Posts Tagged ‘ricordi’
Una storia sul Castello
giugno 20th, 2016 Posted 21:42
Da bambina chiedevo spesso a mio nonno di portarmi a vedere il Castello (degli Agolanti). All’epoca non era come adesso. Per arrivarci bisognava percorrere un sentiero sterrato, spesso io volevo passare per la collina, addirittura, dove non c’era alcun sentiero. Amavo l’avventura, evidentemente, già allora. Mio nonno raramente mi ci portava. Erano più le volte che mi diceva no. Così, tutte le volte che rimanevo a casa, mi inventavo una storia sul castello e me la vivevo nella mia testa. Un giorno, sul Castello, dovrò proprio scriverla, una storia. Ecco perché stanotte ho lasciato il cielo bianco, perché è la mia pagina da scrivere. – Appunti fotografici, 2014.
Tags: bianco, castello, nonno, pagina, riccione, ricordi, silvia castellani, storia
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Vado a pescare nella memoria
settembre 7th, 2015 Posted 08:48
Col passare degli anni si accumulano i ricordi.
Quelli belli li vado a pescare nella memoria
chiudendo gli occhi li afferro uno ad uno.
Tags: memoria, pescare, ricordi
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La margherita
luglio 6th, 2013 Posted 11:00
Ho ritrovato il vecchio e il mare, nella mia camera ‘da ragazza’. Ho ritrovato tra le pagine ingiallite una foto sbiadita, di me e del nonno. Mi ha colpito la grande margherita che tenevo in mano, era davvero grande, c’era davvero tanto amore lì, in quel giardino.
Tags: camera da ragazza, foto sbiadita, margherita, pagine ingiallite, pensiero, ricordi
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Tutto di Patrizia De Vincentis
gennaio 18th, 2011 Posted 16:56
Sembra che sia stato già tutto scritto, tutto detto, tutto scoperto, tutto dimenticato, tutto rivalutato, tutto abbandonato, tutto ritrovato, tutto fatto e di nuovo disfatto.
E io che diavolo ci starei a fare? Che debbo rappresentare? Certe volte è semplice correre su questa ruota per criceti che è la vita, certe volte mi coglie la disperazione nera dell’inutilità e mi fermo un po’. Non corro. Rallento. E guardo. Gli altri, la vita, il suono del mondo e poi risalgo in sella e cavalco i miei giorni.
Mi serve una cosa bella, un bacio dal mio amore, uno schiaffo di vento, un po’ di poesia ma non troppa, non troppa che altrimenti mi viene voglia di imprecare. Mi serve una risata, la mano sulla spalla della mia amica, un libro bello o brutto va bene lo stesso, che dopo ne verrà un altro ancora che il bello dei libri è che non finiranno mai.
Un bel quadro! Mi serve un bel quadro da osservare, una frase da ricordare, un film da rivedere, un dolce da preparare. Mi serve il sorriso di mio figlio, che mio figlio ha un sorriso che squaglia i ghiacciai e due fossette troppo belle per non essere baciate. Mi serve un urlo per scuotermi un po’.
Un bagno! Mi serve un bagno, di quelli lunghi, caldi, pieni di vapore e di profumi, di schiuma e bollicine. Mettere la testa sotto l’acqua un istante, che è il contrario di quello che fa lo struzzo, non lo faccio per paura ma perchè nell’acqua mi ritrovo. Mi serve un bel ricordo, uno di quelli teneri, solo miei. Mi serve un ricordo brutto, di quelli spaventosi, di quelli solo miei. Mi serve un po’ di pane e lo zucchero e il sale, un po’ di miele e farina e peperoncino, quello rosso. Mi serve il sole, le nuvole sfilacciate e la luna. Mi serve la strada da fare, quella che mi porta a casa.
Una strada in cui perdermi, che la trovo sempre. Mi serve ritornare dove sono stata e anche dove mi sono solo immaginata. Mi serve casa mia e la città e la campagna e più di tutto il mare. Il mare! Mi serve il mare, le onde, la risacca, l’odore del pesce che non mi piace, la sabbia fra le dita. Mi serve tanto amore, che sennò chi me lo fa fare. Mi serve darlo un po’ in giro questo amore che sennò, che ce l’ho a fare. Mi serve un po’ di seta e di velluto, cotone e lino e parecchia, ma parecchia morbida lana.
Una sciarpa! Mi serve una sciarpa, che mi avvolga e protegga. Una collana mi serve! Pietre tonde e squadrate, nere, lisce, colorate. Mi serve una lite, una discussione, parole grosse e parolacce, che mi piacciono, ci stanno bene.
Mi serve, mi serve tutto.
Quello già scritto,quello già detto. Quello scoperto e dimenticato, rivalutato e dimenticato. Quello abbandonato e ritrovato. Tutto quello che è stato già fatto per poterlo disfare.
E ricomiciare.
Testo di Patrizia De Vincentis
Foto di Fa”Bio” Baratto intitolata “La cosa più cara che ho”
Tags: Fa"Bio"Baratto, già fatto, niente, Patrizia De Vincentis, ricordi, tutto
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