Posts Tagged ‘paura’
La cosa forte (è che non ho paura) +2 ritrova-menti
luglio 3rd, 2015 Posted 10:02
La cosa forte
La cosa forte è che non ho paura,
nonostante sia paralizzata,
dalla testa ai piedi, dai dubbi,
da questa vita che mi porto addosso, spesso controvoglia.
Eppure sono mossa, da una spinta vitale che non so descrivere, tanto è forte.
Un’esplosione vorrei dire, io non ho paura.
- Mentre aspetto mio figlio, penso a chi sono e sempre mi trovo.
2 luglio 2015. Ponte nelle Alpi, Belluno.
Una vecchia foto francese – Parigi – che amo con tutta me stessa+ i capelli del cielo (senza data)
Per la serie fotografica “RITROVA-MENTI”
Tags: capelli del cielo, dubbi, fotografia, la cosa forte, Natura, Parigi, paura, pensieri, ritrova-menti, silvia castellani
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Appunti sparsi
febbraio 20th, 2015 Posted 20:19
Le persone si incontrano e spesso per paura non si lasciano. E invece tutti i rapporti hanno bisogno di andare prima o poi, altrove. E così che stanno le cose, è così che bisogna accettare. Non legare niente, nessuno infatti è solo, ma deve andare.
Tags: andare, appunti, curve, incontrare, lasciare, paura, persone, solo
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Breve trattato sulla paura (per coloro che hanno paura, ma anche per coloro che non ne hanno. Così possono « sentire » chi ce l’ha). Parte prima : considerazioni in generale e trattative personali in corso. La seconda parte del trattato è probabile, conoscendomi, che non vedrà mai la luce
ottobre 1st, 2009 Posted 17:02
E’ una lotta impari, una guerra che non si può combattere, quella contro la paura che immobilizza i cuori e anche i pensieri. Una guerra di sole vittime dove chi vince è soltanto il senso di sconfitta e frustrazione generale. Quella paura che ogni giorno vedo negli occhi di tanti miei simili che sorridono di circostanza, ma dentro muiono. E allora è più facile coalizzarsi, foss’anche in piccoli gruppi che in realtà sono branchi perchè la logica che sta alla base e muove quell’unione di forza maggiore, è ancora la paura. Così si inizia a parlare tutti uguali, oppure modellandosi sull’esempio del più forte, di quello che si riconosce essere capo. Per paura di essere esclusi, derisi, di essere uno, soltanto, un numero. Che ha paura dell’indifferenza nei suoi confronti, chè ha osato ribellarsi all’ordine costituito dal branco e alla legge del più forte. Io, di gruppi, intorno a me, ne vedo pochi. Vedo troppi branchi, piccoli e grandi branchi che hanno paura della giungla in cui devono vivere o, peggio, sopravvivere. E io, per mia disgrazia, pur avendo paura, sono fuori dalle logiche del branco chè non ho niente da prendere e dunque da perdere. E se fosse il contrario, fingo di dimenticarmene. Non cerco consensi, quando li ho mi rammarico e mi preoccupo perchè so bene che il branco come la massa è fatale, ti eleva in cielo e ti ributta negli inferi nel tempo di un battito d’ali. La massa, il popolo, ti possono salvare o uccidere. Ti applaudono o ti fischiano a seconda del momento, di quel primissimo momento, ogni volta che ti esponi, in cui qualcuno ha urlato alla vita o, viceversa, alla morte. In quel primo momento devi avere fortuna di qualcuno che nella massa urla alla vita. Allora vivi. Altrimenti muori. E questa è la diretta. Poi, quando si dice in tv che il pubblico è intelligente, si dice una gran cazzata. Non è il pubblico ad essere intelligente. Sono le persone che fanno parte del pubblico (quello da casa, per intenderci) ad essere intelligenti. Quando devono dare il loro giudizio, e non sono in salotto con altri, ma sole, allora è lì, in quel preciso istante che devono essere coraggiose. E il coraggio, che non è mancanza assoluta di paura, ma consapevolezza che esiste qualcosa di più importante della paura) si mostra più spesso nella solitudine. Il coraggio in pubblico, ovvero in presenza d’altri, io l’ho visto così poche volte che mi bastano le dita di una mano per farne conto. E quando l’ho visto, ho avuto paura. E così, si diceva, c’è un solo attimo, quello del « voto » e se sei coraggioso, scegli davvero. Io, come « voto » me stessa ovvero, soprattutto, come valuto gli altri ? Non li « voto », non li calcolo, appunto. Poi, quando mi trovo sola ma con uno, quell’uno qualunque numero, di cui prima si diceva, lo guardo negli occhi e lo ascolto oppure lo leggo. Ma non in senso letterale. Perchè le parole possono mentire, ma l’essenza dell’individuo che si nasconde tra le righe del parlato o dello scritto, non la puoi controllare. Quella sola è la verità. E quella, se rivelata all’altro uno qualunque, potrà salvarci da tutta questa paura che ci ha invaso l’anima. Ed eccomi allora, una qualunque, abituata ad essere esclusa e derisa, non mii esimo da me. E questa paura che è nata con me, che ogni giorno andando per le strade cerco di esorcizzare, mi segue come un’antica maledizione che non se la smette di richiamarmi a sè e all’ordine costituito. Avere paura della paura. Questo è il mio saggio destino, ma non la mia scelta di coraggio che mi porta a lottare, in ogni attimo che respiro, contro quell’ombra oscura che si diverte a fiaccarmi lo spirito. Forse, dovrei decidermi a parlarci, con questo bene minore. E forse, la soluzione non è uno e nemmeno da tre in poi, ma due che, per dirla con Erri De Luca è « il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato ». Ecco, tuttoconsiderato, questo è esattamente quello che non volevo dire.
Tags: branco, il contrario di uno, paura, senza un perchè
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