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Silvia Castellani

Tra l'essere e il fare, c'è di mezzo il pensare

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Omaggio agli amici di Aquafan

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dicembre 18th, 2009 Posted 17:32

"Al sole" - foto di Silvia Castellani

Andare, camminare, ricreare. Gambe che vanno, che insistono, che accelerano, corrono, inseguono. La propria ombra che si allunga, ti raggiunge e precede il sogno di un attimo. Gambe che bramano, tese raccontano e portano in coppia una storia unica. Gambe che danzano, riempiono, rallentano, riprendono e circondano lo spazio che vedono. Si fermano. Di fronte ad un’isola vergine che dondola e magari scalpita, ma nell’acqua si affascina e innocua si culla. Il sole che illumina e riscalda i pensieri immobili. Poi l’acqua scivola via su di un gioco veloce e crea un turbine di emozione che se la intrappoli, se ne scappa lontana, attraverso un tunnel che termina su una spiaggia onirica. Dove donne si osservano, si specchiano, si cercano, si trovano. A loro agio è un superfluo descrivere, ché il senso è deciso dal languido e morbido essere in sintonia con uno spazio immaginifico. Andare, camminare, ricreare. Correre, accompagnare, riflettere. Come dire. Aspettare.

Guardare, sedere e allacciare nudi desideri con le scarpe lasciate in disparte, sull’altra sponda, a sorvegliare. Che sempre c’è l’ombra amica a riparare quel che accade nel mare di sensazioni che ci portiamo impresse nel cuore. Così i piedi possono finalmente godere, insieme alle gambe e ai loro pensieri, quella luce speciale che non ha nulla di artificiale ma solo la luccicanza di un raggio di sole. Con il vento che refrigera il fare, nessuno si salva, prima o poi dall’essere protagonista di un tempo unico che tutto amplifica grazie a  quel sorriso, quello sguardo, quel cenno risucchiati dall’onda emozionale che tutti travolge e qualcuno timido scansa, senza mai temere. Che proprio non può resistere agli scherzi e ai giochi di un’acqua indisciplinata che non se la smette di chiamare chi vuole partecipare.
Andare, camminare, ricreare. Braccia che vanno, che insistono, che accelerano, corrono, inseguono. La propria ombra che si allunga, ti raggiunge e precede il sogno di un attimo. Braccia che bramano, tese raccontano e portano in coppia una storia unica. Braccia che danzano, riempiono, rallentano, riprendono e circondano lo spazio che vedono. E si fermano. Poi si concentrano e si chiamano. Persone. Che si sdraiano, dormono e sognano, mentre si abbronzano, di tutto quel mondo intorno.
Si gongolano al pensiero sicuro che l’oggi è unico e muovono, insieme partecipano, che poi quell’attimo scivola via di nuovo, ancora, in quell’acqua che affascina e innocua ci culla mentre riflette le pose, le cose, le facce, le mani, le gambe, i pensieri che risplendono in mezzo a giochi d’acqua e di sole.