Le persone si incontrano e spesso per paura non si lasciano. E invece tutti i rapporti hanno bisogno di andare prima o poi, altrove. E così che stanno le cose, è così che bisogna accettare. Non legare niente, nessuno infatti è solo, ma deve andare.
Se penso a me
penso a una stella
nel cielo che brilla
di tutte la più bella
ops sono caduta in mare
peccato che non so nuotare
e allor mi lascerò annegare
così il mare avrà di che immaginare.
Ho lasciato la Romagna, mi sono trasferita in Veneto. Certo, ci tornerò spesso in quell’antica terra di briganti, almeno credo. Ma inizierò un nuovo viaggio qua. C’è un po’ di paura, ci sono le perplessità, le speranze, i dubbi, i desideri e tante altre sensazioni, quelle che sempre accompagnano i cambiamenti. Ho lasciato la Romagna e avevo ancora un sacco di cose da fare là e non perché mi fossi ridotta all’ultimo come mio solito, no questa volta no. Avevo ancora un sacco di cose da fare perché semplicemente quando te ne vai le cose da fare sono tante. E molte restano da fare, e sai che non le farai più. Però torno, torni spesso Silvia, continuo a ripetermelo, perché magari questa storia che torno spesso diventa vera. Oppure non torno, che sto bene anche qua in Veneto. Sì, sto bene di sicuro qua, perché come mi ha detto qualche tempo fa un’amica “tu non devi preoccuparti perché in fondo sei una che è qua ma non è qua, è lì ed è anche là. Insomma sei qua ma non sei qua, sei là”. Voleva dire che con la testa sto sempre un po’ dove mi pare. E questo in confronto a un trasferimento fisico non è niente. Devo ricordarmelo ogni giorno che sono qua. Come là.
Ho appena visto un bambino gettare una piuma rossa fuori dalla finestra, la piuma rientrare seguendo il bambino. Il bambino riprendere la piuma attraverso il vetro pensare. Decidere di riaprire la finestra, lanciare la piuma rossa di nuovo, questa volta riuscirci. Chiudere la finestra veloce. E io aspettare, incerta, che il bambino riaprisse la finestra. Riguardo. Il bambino e la piuma scomparsi entrambi. Vado via. Vorrei avere sempre di queste visioni. Il mio cuore quando succedono esulta.
L’avvicinarsi delle feste natalizie amplifica sempre quello che sento dentro. Questa atmosfera ovattata, se c’è neve è ancora più forte, e le aspettative che si accompagnano alla fine di ogni anno, e i bilanci infine i sogni. È il tempo del tutto, di un po’ di troppo. E io mi stanco, anche solo a pensarci. Bisognerebbe essere lontani da se stessi per capirci qualcosa.
Stamattina faccio fatica a scrivere, a battere sui tasti, erro che è una meraviglia. Erro cioè sbaglio ed erro cioè vago, con i pensieri, al solito. Pensieri che non mi porteranno da nessuna parte. A differenza del mio entusiasmo che anche da ferma, io lo so, mi salverà.
In questa foto c’è tutto quello che mi appartiene. Una strada grande da percorrere, che non se ne vede la fine, il cielo con le sue nuvole, il sole, un po’ di verde speranza, involontario. E, soprattutto, un vetro appannato perché spesso, per vedere bene le cose, non bisogna avere una visuale chiara, trasparente, ma occorre piuttosto guardare attraverso.
Ombre sull’acqua
vedi
increspature
lievi
pensieri
annacquati
volatili
calmi
scenari
francesi
Titolo della fotografia: “La via dell’acqua”
Questo è l’incipit dell’intervento conclusivo della rubrica estiva intitolata “Luci di viaggio (parole semplici d’amore) che ho avuto il piacere di curare per il blog delle Edizioni Noubs.
Vorrei proteggerti
Vorrei proteggerti
ho paura di
non esserci
sempre.
A volte immagino
male che vada
troverai qualcuno che
lo farà al posto mio.
Dio mi ha detto
di non temere
staremo insieme
molto a lungo
ci ameremo noi due.
Continua al seguente link:
http://noubs.wordpress.com/2014/09/07/luci-di-viaggio-di-silvia-castellani-vorrei-proteggerti/
L’immagine di questo articolo non è quella di rubrica.