Archive for the ‘Senza categoria’ Category
E’ così che posso
febbraio 7th, 2013 Posted 15:56
Ho molto da scrivere, me ne accorgo esattamente adesso, in maniera precisa, perfetta, quasi un’illuminazione. Solo ora o proprio ora, che non ho tempo, che impiego il mio tempo a fare altro, tutto quell’altro che devo fare. Non che amo fare. Io amo davvero solo quando non devo. E’ così che posso.
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Sai perché…
novembre 1st, 2012 Posted 12:14
Scriverò un libro dove a un certo punto il personaggio principale dirà questa cosa. Io lo so, che a un certo punto dirà esattamente così: “Sai perché le persone anche a distanza di anni capita che mi ricerchino? Perché regalo loro il senso della nostalgia. Perché sparisco da un giorno all’altro e non mi volto più. E chiunque tu sia, facendo così, lasci un vuoto che gli altri che vengono dopo non riescono a riempire. Lasci i perché irrisolti, lasci solo delle domande senza risposte, lasci un mistero che nessuna seduzione, nemmeno la più potente, potrà svelare al posto tuo, di te che te ne sei andato senza pietà, nemmeno per te stesso.”
Tags: mistero, nostalgia, Parigi, ricordo, sapere perché, seduzione, via dell'acqua
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L’arte ti rende libero
novembre 1st, 2012 Posted 04:40
C’è un geranio fuxia.
Ci sono dei limoni stantii su un tavolo e c’è una candela che libera cera. Che sembra birra.
Un gatto passa e mi ricorda il cammino del tempo.
E c’è la sedia che volevi tanto. Ti ricordi?
Quanto l’ho cercata per te.
Ma non volevi sedere. Temevi di perdere la tua forza. Quale forza? Quella di continuare a togliermi il respiro.
Adesso qui l’aria la sento nei polmoni e la polvere è diventata deserto di pace.
C’è un uomo colorato attorniato da lana morbida ad ogni angolo.
Canta e scrive poesie.
E io so che lui ha sofferto e questo è privilegio di pochi.
L’uomo parla in fretta e si mangia le parole. Ma è il suo silenzio ad essere eloquente e a disegnare la prosa di una melodia serena che porta nel suo album nero come la notte dei tempi.
Tempi duri e poveri e stanchi di ascoltare le stagioni cariche di amori negati e intuiti dalle stelle.
Il mare non c’è qui. C’è solo un giardino che accoglie chi ha voglia di sentire emozioni.
Anche l’erba secca si lascia calpestare senza lamentarsi e senza curarsi delle voci in strada che interrompono.
Cosa non saprei.
Solo il sapore del miele. Perché qui è tutto giallo anche se il sole non passa.
Tags: arte, cammino del tempo, forza, gatto, geranio fuxia, lana morbida, libero, ricordo, sapore del miele, sedia, sole, uomo colorato, voci in strada
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Una mia foto tratta dall’album “Illuminamenti|Raccontami una favola”
ottobre 25th, 2012 Posted 20:11
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E’ uscito in ebook. “Il mistero dei due elefanti”
ottobre 15th, 2012 Posted 15:43
E’ uscito in ebook. “Il mistero dei due elefanti” è un romanzo breve scritto con grande intensità. Potete leggerne l’incipit e poi decidere se vi interessa leggerlo tutto. Ringrazio già da ora chi vi dedicherà un po’ del suo tempo.
Questo è il link di riferimento:
https://www.smashwords.com/books/view/244595
Il libro si trova in vendita anche su amazon:
http://www.amazon.it/mistero-dei-elefanti-Babele-ebook/dp/B009R4I8ZO/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1352372343&sr=1-1
Tags: ebook, il mistero dei due elefanti, silvia castellani
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“Il mistero dei due elefanti” in uscita a ottobre 2012 con Noubs Edizioni
agosto 29th, 2012 Posted 12:19
“Il mistero dei due elefanti” è un racconto lungo o romanzo breve. Chiamatelo come volete. E’ una storia di viaggio, una storia che si sposta, che va e poi ritorna. Noubs Edizioni la pubblicherà in ebook a ottobre 2012.
Sinossi: Che cosa è successo a Vittoria? Perché è sola in un luogo sperduto d’Africa e ad aiutarla è un ragazzo di nome Sef, “con tutti i suoi pensieri strani, con tutti i suoi comportamenti ancora più strani”? Una stanza d’albergo di fortuna e un piccolo bagaglio a mano il cui contenuto è completamente ’sbagliato’: un rotolo di carta igienica, una torcia elettrica e un libro di preghiere di Padre Pio. Vittoria non ricorda come sia approdata lì e perché; se solo si prova ad afferrare il ricordo, questo sfugge inesorabilmente. Ci sono corse in taxi nella notte, medicine senza bugiardini, una veste troppo larga con troppi colori.
Nell’attesa che esca il libro, intanto eccovi la copertina e il link al video di presentazione.
Tags: il mistero dei due elefanti, noubs edizioni, silvia castellani, video presentazione
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Gli armadi del tempo
agosto 9th, 2012 Posted 10:14
Sto pensando a delle cose bellissime, forse perché stanotte ho sognato ‘gli armadi del tempo’ dove si entrava per viaggiare nel tempo. Erano piccoli, fuori dal Luna Park e andavano a bustine di zucchero. Io non me lo ricordo dove dovevo andare, ma era in questo tempo in questo spazio. E allora (mi chiedo adesso da sveglia) non potevo andarci a piedi, dovevo prendere l’armadio? Niente, la lucidità mi confonde.
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L’uomo sporco e l’uomo pulito (Storia ebraica)
agosto 8th, 2012 Posted 13:51
Un re fece chiamare un rabbino che dormiva soltanto due ore al giorno e dedicava le altre ventidue alla lettura della Bibbia.
“Dimmi la verità che hai trovato in quelle pagine, o ti farò tagliare la testa!” gli ordinò.
Il vecchio sorrise.
“Prima di rivelarti il segreto che attendi, lascia, o mio signore, che ti faccia una domanda.”
“D’accordo, falla!”
“Due uomini camminano nel bosco, dopo una forte pioggia. Scivolano e cadono in una pozzanghera. Uno si rialza sporco, l’altro perfettamente pulito. Quale dei due si lava?”
“Quello tutto infangato” rispose il re.
“No, maestà. L’uomo infangato vede che l’altro è pulito e pensa di essere pulito anche lui. L’altro, invece, vedendo il primo imbrattato di fango, pensa di esserlo anche lui, e corre a lavarsi.”
“Bene” disse il re. “Adesso dimmi la verità che hai trovato nella tua Bibbia.”
“Prima, mio signore, risolvi questo problema: due uomini camminano nel bosco, dopo una forte pioggia. Scivolano e cadono in una pozzanghera. Quando si rialzano, uno è sporco e l’altro è pulito. Quale dei due si lava?”
“Quello pulito!”
“No, mio signore. Visto che si erano sbagliati una volta, l’uomo imbrattato di fango ora si lava. L’esperienza insegna.”
“E va bene” disse il re. “Adesso però dimmi la verità che hai trovato nel tuo libro sacro.”
“Oh, mio magnanimo signore, lascia che ti ponga un ultimo quesito! Dopo una forte pioggia, due uomini che camminano in un bosco cadono in una pozzanghera. Uno ne esce sporco, l’altro pulito. Quale dei due si lava?”
Il re rimase sconcertato.
“Non so più cosa rispondere. Possono lavarsi tutti e due, o nessuno dei due…Forse quello infangato si lava un’altra volta…”
Il vecchio sorrise.
“Se credi, mio signore, che un incidente simile possa ripetersi tre volte, allora sei disposto a credere a qualunque cosa.”
Tratto da “La risposta è la domanda” di Alejandro Jodorowsky
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Il dovere dell’indignazione
luglio 20th, 2012 Posted 15:21
Stamattina la prima notizia che ho letto sul web è stata quella della Spagna, di Madrid, delle altre città spagnole, delle rivolte. Dei feriti anche. Mi sono sentita assalita immediatamente da un senso di appartenenza a quella indignazione, mi sono sentita di fare subito un esame di coscienza a riguardo. Perché è vero sì, che forse in Spagna sono messi peggio, che ci sono provvedimenti che rasenta…no quella soglia oltre la quale non è più possibile tollerare. Ma come siamo messi in Italia? Quanto manca, se manca, per arrivare all’esasperazione collettiva? Ricordo in questo momento le notizie di pochi mesi fa, quando c’è stato il filone, chiamiamolo così, degli imprenditori che disperati si toglievano la vita o ci provavano seriamente a farlo e ricordo altro, situazioni limite verificatesi negli ultimi tempi e non solo purtroppo dovute alla crisi. Quello che credo è che ancora in Italia c’è una rete di rapporti familiari, se così si può definire, che tiene. C’è la pensione della nonna, il contratto a tempo indeterminato del babbo (c’è ancora?), magari una casa di proprietà, una rendita varia ed eventuale che consente anche alle nuove generazioni precarie di andare avanti e magari di comprarsi anche lo smart phone. Ma quanto potrà durare questa ‘ragnatela parentale’? In tutta sincerità, non lo so. Considerato inoltre il fatto che la realizzazione come individuo, in termini proprio di libertà intendo, va a puttane. Io so solo che mi sento ‘civilmente responsabile’, che sono attualmente disoccupata, che prendo l’assegno di disoccupazione (ancora), che sono fortunata perché se non riuscirò a ritrovare una rendita ho alle spalle una famiglia che mi può aiutare (ancora?), che amo l’arte e la cultura, che non mi vergogno di niente e di nessuno, che non posso pensare solo a me stessa, che non posso ragionare in termini particolari, che sono pronta a manifestare la mia indignazione per questo paese dove chi governa mi sembra molto capace di chiedere sacrifici (ancora?) alla ‘gente che sta in basso’ che non ne può più e che troppo spesso soffre e si dispera in silenzio e in solitudine. Mentre qualcuno dalla tv (ancora) continua a ‘venderci’ fesserie e qualcun altro sui social network (ancora) gioca a coltivare il proprio orticello. E mi scuso se non mi sono espressa bene o se non ho fatto un’analisi dettagliata della situazione (ancora), ma ho il diritto e il dovere di indignarmi come cittadina italiana e, permettetemi, del mondo.
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Da qualche parte che non ricordo – Diario del 02/02/2012
giugno 1st, 2012 Posted 13:17
C’è una parte, una parte che non ricordo, dove sono depositate le memorie di quelle vite e che vado cercando. Dev’essere senza dubbio un posto scomodo, uno spazio ristretto dove i pensieri vengono respinti come gomma. Rimbalzano se solo provano ad accedervi. Ma in questa parte che non ricordo stanno le risposte perse, a quelle domande che ricorrono senza sosta. E’ quanto sta scritto tra queste mura, sulla coperta non tanto calda, sulla copertina dei monti che paiono fatti di oro. Tengo chiuse le persiane perché voglio prendendo calore dall’interno, che le piante alla finestra vivano. Voglio che i germogli salgano, si colorino e urlino alla vita. Non voglio vedere la morte, i rami secchi gelati. Non esco da due giorni, mi limito a guardare la situazione attraverso il lampione. La palla che sta in cima e che posso vedere dalla finestra della cucina si è alzata di almeno trenta centimetri. E’ la neve bianca che riflette ancora più luce, quando si accende la sera al buio. Non ci sono balconi qui e continuo a chiedermi se c’è qualcuno che passa qua sotto e come passa, se ha un ombrello, se ha gli scarponi da neve. Ma certo che passa così e chissà dove gli arriva la neve. Ha spalato qualcuno qua sotto? Sento le voci, di rado, e abbino alle stesse domande semplici adatte a questo tempo lento in mancanza delle risposte di quella parte che non ricordo. Potrei scrivere lettere d’amore, poesie dal cuore, ma l’unica cosa che realmente voglio è starmene immobile nell’attesa che la memoria si riveli.
Tags: diario, memorie, neve
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