Oggi come oggi
Oggi come oggi sono un po’ giù di morale. Ieri ho fatto un errore che avrebbe potuto danneggiare una persona a cui tengo. Questa persona mi ha subito rincuorata. Chi non fa, non sbaglia. Mi ha detto. Ma lo stesso mi sono sentita un’incapace. Allora stamattina sono andata a fare due passi al cimitero. Con un po’ di morte intorno, mi torna sempre la voglia di vivere. Una cosa positiva, comunque, è successa fra ieri e oggi: finalmente sul mio blog ha messo gli occhi Enrico che sarebbe troppo lunga qui spiegare chi è. Grazie Enrico.
This entry was posted on domenica, dicembre 14th, 2008 at 14:43 and is filed under Senza categoria. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, or trackback from your own site.
15:47 on dicembre 14th, 2008
Problemi di Rete.
Questa è la questione per la quale ancora non avevo buttato occhio al tuo spazio.
No, non pensare a questioni di tipo metafisico o giù di lì, semplicemente la mia rete -quello strumento necessario per il Collegamento- non funziona come dovrebbe. E questo mi fa incazzare. Sai poi qual’è un’altra cosa che mi fa incazzare? Il fatto che se scrivo qualcosa qua sopra, quello che scrivo rimane tra i “commenti”. Scusami ma è proprio una cosa che non tollero. Già il commento, di per sé, fa parte di quella fottuta categoria dei “Giudizi” che proprio non sopporto, inoltre non mi piace commentare per partito preso (questioni esistenziali). Quindi. Ciò che ti scriverò rimarrà sempre nella categoria sopra citata oppure c’è un modo per metterlo in “prima pagina”?
Spero tutto ciò non faccia incazzare anche te.
Ossequi. Enrico.
16:24 on dicembre 14th, 2008
E comunque.
Ti voglio raccontare questa storia (ti- perché è un “commento”, appunto).
Ieri sera ero in un posto carino a Cattolica. Ero stanco ma tutto sommato non girava troppo male. Ad un tratto. Si illumina il telefono, “messaggio ricevuto” leggo. Apro. Mittente: Solenuvole, Destinatario: Io (chi altro scusa). Testo del messaggio:”Se allunghi il braccio potrei toccarti”. Subito penso ad una risposta, una risposta di un input mandatole qualche giorno prima ma non è così. Ero seduto ad un tavolo, bevevo birra. Non so perché ma mi giro sulla mia sinistra. Alla mia sinistra c’è il bar con il bancone e tutto quanto ma, MA (porco cazzo) tra il bancone e la gente c’è uno spiraglio. Una linea di fuga dritta come uno spaghetto che arriva dritta in faccia a Lei. Capisci? Mi giro e tra gambe di baristi, bidoni di spazzatura e bottiglie vuote mi vedo la sua faccia, solo quella. Deduco che è seduta sopra un divano. Palpitazioni, Depressione maniacale, Paranoie: il mio pensiero si è appoggiato sopra quell’immagine e non ne vuole sapere di allontanarsi. Decido. Prendo in mano il telefono. Nuovo messaggio: Mittente: Io (chi altro scusa), DestinatariA: Solenuvole. Testo del messaggio:”Sai Cosa siamo? Due bimbi seduti su un’altalena. Il mio dondolio segue una direzione. Il tuo, affianco al mio, dondola la direzione opposta. Ma, allungando il dito, nei nostri sensi opposti, ci tocchiamo. Punto d’incontro, punto di scontro. Se esci ti offro una sigaretta.”. Aspetto un pò, non mi voglio voltare subito ma quando lo faccio lei non è più là. Qeulla linea di fuga mi sbatte dritto contro il muro. Male ai denti. Però dietro di me c’è una finestra. Non è appannata e il mio sguardo la attraversa. Lei è fuori con un contorno di amiche. Rollo una sigaretta, prendo giacca e borsa ed esco. Evita il mio sguardo. Mi allontano percorrendo il lato lungo esterno della veranda del locale. L’entrata è sul lato corto. Lei rimane davanti all’entrata. Ecco: questo è il momento più importante della storia. In quel momento, in quel preciso istante sono giunto ad una Teoria, la seguente. La vita è qualcosa di circolare, di sferico se ti piace la perfezione. E per viverla pienamente devi esserci dentro, esserne il fulcro o se proprio non ti piace rimanere al centro dell’attenzione, almeno esserne uno dei due fuochi. Ma tra te e la vita ci sono ostacoli insormontabili: gli angoli. Quei dannati incroci fra rette ti impediscono di raggiungerla. Siamo in mezzo ad una giungla di angoli, di rette, di quadrati di merda e la vita è un cerchio! Cazzo!
Lei gira quell’angolo insieme al bestiame che le sta intorno, mi passa davanti alza gli occhi e con un “cia” -la o se la deve esser persa fra i pensieri- mi lascia lì come un ebete che si masturba con le sue mentali -seghe- appunto.
Oggi, proprio qualche minuto fa, le o scritto un messaggio proponendole un passaggio in macchina verso Bologna. Ha accettato. Le racconterò la Teoria e le regalerò un libro che ho rubato ieri sera in quel posto.
19:19 on dicembre 16th, 2008
Enrico bevi meno e smetti di amare fantasie!Ama non per il piacere di amare ma per essere amato e per fare all’amore!
Laura